Che bello sapere che il dolore mi è servito per incontrare Dio
21/08/2023 News

Che bello sapere che il dolore mi è servito per incontrare Dio

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Prima di venire sulla Terra, ragazzi, la nostra anima, che è parte dello Spirito divino, sceglie il progetto di vita che meglio le consentirà di evolversi.

Ovviamente, non sarà un percorso facile, perché si cresce attraverso il dolore, e su questo pianeta Terra si viene per fare questa forte esperienza di dolore e imparare a trascenderlo.

Già Platone ci diceva che l’anima prima di incarnarsi in un corpo contempla le idee, cioè la forma delle cose, in uno spazio sopra il cielo fisico che lui chiamò Iperuranio e poi si tuffa sulla Terra, va ad abitare un corpo fisico per poter interagire con gli altri, diventa una persona, la sua memoria viene resettata e fa la sua esperienza di vita cercando di ricordare quante più cose possibili tra quelle che ha contemplato nell’Iperuranio. Più idee avrà contemplato più saggio sarà e più cose ricorderà, una volta sulla Terra.

Per questo motivo, per esempio, un bambino piccolo è in grado di riconoscere un cavallo come ‘cavallo’, perché ne ha vista la forma nell’Iperuranio. Platone era un illuminato, un’anima molto evoluta.

Perché dimentichiamo? Perché dobbiamo ricordare. Che cosa dobbiamo ricordare? Che siamo parti di Dio, scesi sulla Terra per sentire la sua mancanza e desiderare di ricongiungerci a Lui, di tornare da Lui.

E come ci ricongiungiamo a Lui? Diventando come Lui: buoni, amorevoli, compassionevoli con noi stessi e con gli altri, bandendo dalla nostra vita ogni sentimento di rabbia, di paura, di competizione, di attaccamento alle cose, di invidia, perché ciò ci fa sentire separati dagli altri. E invece noi siamo tutti parte di Dio, siamo un’unica cosa con lui.

Quindi per ricordare questo noi dobbiamo passare attraverso il dolore, perché il dolore ci farà cadere il prosciutto dagli occhi, come si suol dire, ci farà risvegliare da tutte le chiacchiere che ci raccontano, dalle cose che ci insegnano a considerare prioritarie, come la competizione, l'apparenza, il potere, l'esteriorità, e ci farà prendere in mano la nostra vita e andare dentro noi stessi e scoprire ciò che realmente siamo. Dobbiamo essere coraggiosi, pronti ad attraversare il dolore, pronti a diventare i padroni della nostra vita, altrimenti decideranno sempre gli altri per noi e ci toccherà subire cose che non fanno parte del nostro progetto di vita.

Una volta compreso, quindi, che tutto ciò che “ci accade” l’abbiamo scelto noi, fa parte del progetto che la nostra anima ha scelto per evolversi - i genitori, la gente che incontreremo, le esperienze che faremo, addirittura la data della nostra morte - sarà più facile, quindi, affidarci alla vita, perché comprenderemo di non essere canne al vento finite qui per caso.

C’è un disegno, e dobbiamo cercare di onorarlo al meglio. Come? Fidandoci di lui, del disegno, cioè della vita, cioè di Dio, o come volete chiamarlo.

Che bello sapere che tutto il dolore che ho provato su questa Terra mi è servito per incontrare Dio. Ora posso affidarmi a Lui!

Forza, ragazzi, svegliamoci!