
Ma a che serve meditare o pregare?
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Buongiorno amici e bentrovati da Elena Leoni, oggi vi parlo del cervello modellato dal divino e per fare questo mi riporto agli insegnamenti dei Maestri Deunov e Aivanhov della Fratellanza Bianca Universale che io seguo e amo tanto.
Che cosa intendo quando parlo del cervello modellato dal divino? Voglio dire che c’è una magia nel meditare o nel pregare.
Perché noi dobbiamo meditare o dobbiamo pregare?
Molte volte me lo chiedono. La gente in realtà non si rende conto della necessità di fare queste due operazioni che peraltro sono molto simili tra loro e cambiano a seconda del credo di ognuno di noi.
Quindi perché dobbiamo meditare o pregare? Perché è così importante farlo per poterci esprimere appieno?
Pregare o meditare - come ci dicono appunto Aivanhov e Deunov - non è una ripetizione meccanica di formule magiche che può far accadere i miracoli, noi non dobbiamo pensare alla preghiera come ad un’invocazione tesa a far accadere un miracolo nella nostra vita ma è proprio una vera e propria attività che ci guarisce come una medicina. E perché questo? Perché durante la preghiera o la meditazione intanto il cervello si stacca dagli stimoli esterni e ci consente di gettare l’occhio all’interno e questa già di per sé è un’operazione calmante, perché stacchiamo con lo stress esterno, riduciamo i battiti cardiaci, la pressione sanguigna si abbassa, si attiva la funzione parasimpatica, si abbassano i livelli di cortisolo e quindi si riduce l’ormone dello stress che invece noi produciamo quando siamo proiettati fuori perché quando siamo proiettati all’esterno noi viviamo - anche senza rendercene conto - in un continuo stato di allerta, come se ci dovessimo sempre difendere; ma quindi rivolgere l’occhio all’interno ci consente di connetterci col divino che è in noi perché aumentando l’attività della corteccia prefrontale, cioè la parte anteriore del lobo frontale - quelle zone che governano le emozioni - si attivano delle parti del cervello che tecnicamente si chiamano nucleo caudato, insula e giro del cingolo che sono proprio tre centri che ci fanno sentire in armonia col tutto, tre centri che hanno il potere di calmarci.
Sono le stesse aree che si attivano quando noi ci innamoriamo, o quando siamo emozionati perché stiamo apprendendo qualcosa di nuovo, o quando siamo nella natura, quando ci troviamo davanti a un’opera d’arte, quando ci commuoviamo, per intenderci.
Quindi questo lavoro di meditare o di pregare ci pone in un’ottica di trascendenza e di infinito che ci consente quindi di scoprire, di sentire proprio Dio, lo Spirito nel profondo della nostra mente, della nostra coscienza, e lo scrittore efficace, ragazzi, cioè colui che sa esprimere se stesso, non può non aver trovato Dio, lo Spirito, la Vita, l’Universo - chiamatelo come volete ma è questa entità superiore di cui noi siamo intrisi - dentro di sé.
Siamo esseri divini, non ce lo dimentichiamo mai.
Quindi forza, ragazzi, svegliamoci!